Senza rimpianto.

Cugino Andrea, anni 11, classe una-a-caso della scuola media dell’obbligo. In un tema di cui non ricordiamo il titolo, l’insegnante chiede di elencare cosa piace e cosa no del posto in cui vive. Alla parola svolgimento, seguono queste parole:

[…] io credo che questo posto abbia numerose potenzialità e tutte mal sfruttate. Potremmo vivere grazie al turismo e invece i turisti li facciamo passeggiare in mezzo alle discariche a cielo aperto, all’immondizia lasciata nei parchi e nelle spiagge e non abbiamo nessun rispetto per tutta la bellezza che ci circonda. Non ci meritiamo niente e senza di noi questo sarebbe di certo un posto migliore.

Andrea – che da grande vuole fare il giornalista ed é già un potenziale elettore di SEL – ha già capito di essere spacciato. E siccome la consapevolezza è il primo passo lungo la strada della redenzione, inutile disilluderlo. Pertanto l’insegnante liquida l’elaborato con un buon voto e addio. Lo spunto di riflessione di questo bambino andrebbe invece approfondito e l’insegnante a buon diritto dovrebbe ritagliarsi pochi minuti di lezione per giustificare al suo giovane uditorio perché domani questi ragazzini dovranno scegliere tra l’espatrio e una vita di merda.

E quando Andrea a chiesto a me cosa ne pensassi del suo tema, non me la sono sentita di rovinare gli sforzi didattici di una pubblica impiegata che si applica al mestiere dell’insegnamento con la stessa passione con cui un addetto delle poste ti fa firmare un vaglia. Quindi l’ho guardato dritto negli occhi e gli ho detto “Andrea tu devi sempre tenere una valigia pronta sotto al letto e non perché viviamo in una zona ad alto rischio sismico. La devi tenere lì perché un giorno ti scasseranno tutti la minchia e se ti lamenti diranno che sei sbagliato e le persone che si lamentano hanno sempre torto. E le cose che vorrai fare non andranno mai bene e troverai sempre gente più competente di te anche se non lo é. Dovrai scontrarti ogni ora del giorno con l’ignoranza e siccome quando gli ignoranti sono più dei saggi, il saggio diventa automaticamente ignorante, ti toccherà passare a vita per coglione. E ti sentirai dire no un sacco di volte e pochissime sì. Pero’ tu non devi mollare e anzi cercare in tutti i modi di rimanere sempre coerente con te stesso. E il giorno che non ce la farai più avrai già la valigia pronta e potrai andare via e non tornare mai più.”
“E tu perché sei ancora qui?”
“Perché non ho la valigia pronta ma dammi tempo di prepararla e andiamo via insieme. Senza rimpianto”. 

4 thoughts on “Senza rimpianto.

  1. E se invece della valigia, riempisse se stesso della forza necessaria per rimanere ed essere se stesso a dispetto di tutto?

    • Beata di Luna, la percezione che ho del Paese in cui vivo è tutt’altro che ottimistica. E spesso ho dovuto ricorrere alla forza necessaria con cui ho riempito la mia personale valigia per digerire meglio un compromesso o un torto subito. Siccome non ho più fiducia nella mia nazione e nelle giovani menti che la abitano, lobotomizzate da una cultura voyeuristica e televisiva, non me la sento di dare false speranze a un bambino di 11 anni. A meno che le cose non cambino. Ma quando ancora dovremo aspettare?

      • Beh, credo che se aspettiamo che le cose cambino, scappando in luoghi migliori, non cambieranno mai.. sono i piccoli, i giovani, a cui dobbiamo dare gli strumenti per cambiare veramente le cose!

      • Beata di Luna, in fondo non la penso troppo diversamente da te, ma l’episodio era un pretesto per provare a descrivere un mio personalissimo mood. E ti assicuro che in questi anni ho fatto tutt’altro che rimanere a guardare da un divano quello che mi accadeva intorno. Io amo molto il mio Paese ma non riesco più a viverci. Tutto qui.

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